NURSIMCUP 2019: mettersi in gioco per imparare

 Penso che questi tre giorni siano stati “adrenalinici”, siamo stati un team solidale e coeso, una piccola famiglia che si è sostenuta l’un l’altro. Fin da subito abbiamo avuto lo spirito giusto, la voglia di imparare divertendoci. Abbiamo collaborato in equipe multidisciplinari dimostrando che ogni membro del team è importante. I nostri pazienti meritano di avere accanto dei veri professionisti, persone che non facciano gli infermieri ma che lo siano con tutto se stessi…”

“La cosa più bella del lavoro di squadra è che hai sempre qualcuno dalla tua parte”

“… mettersi in gioco, superare gli schemi, ricollocare pensieri ed emozioni, ristabilire i livelli di catecolamine nel sangue…”

Questi i giudizi – e le sensazioni che citano anche i nomi delle suqadre partecipanti – di chi ha partecipato alla quinta edizione di SIMCUP® Italia, evento formativo e culturale di simulazione rivolto a studenti, specializzandi e professionisti in medicina ed infermieristica.dal 4-6 aprile, organizzato dall'Università del Piemonte Orientale e il centro SIMNOVA (Centro di didattica e simulazione in medicina e professioni sanitarie UPO).

Quest’anno alla manifestazione si è aggiunta la seconda edizione di NurSIMCUP evento dedicato agli studenti di infermieristica al terzo anno di corso.

L’evento ha visto la partecipazione, tra concorrenti, coach delle squadre, istruttori, osservatori e staff organizzativo di oltre 400 persone provenienti da quasi tutte le Regioni Italiane e 42 scenari di situazioni critiche pre-ospedaliere e ospedaliere che coinvolgevano pazienti neonatali, pediatrici, adulti e donne in gravidanza.

SIMCUP -come spiega il dott. Ingrassia, responsabile del centro SIMNOVA- nasce come un evento di formazione che mira a sviluppare abilità competenze tecniche e non tecniche nei professionisti della salute e lo fa “camuffando” l’evento in una competizione fra team che riprende quelle che sono le caratteristiche del gioco di squadra e dell’equipe sanitarie con l’obiettivo di dare un chiaro messaggio ai giovani professionisti: la multidisciplinarietà, la cooperazione, la collaborazione e il team. Vogliamo sensibilizzare e promuovere l’apprendimento in sicurezza e vogliamo farlo con i giovani attraverso il linguaggio del gaming. Lo slogan che vogliamo portare avanti è “mai la prima volta sul paziente”; le nuove tecnologie oggi ci permettono di creare scenari altamente realistici in cui immergere i partecipanti e fargli provare l’esperienza così come fosse la realtà, ma con la differenza che l’errore diventa un’opportunità di apprendimento senza nessuna conseguenza. L’atmosfera che si realizza è molto coinvolgente, tra pari, e nell’ottica di lavorare tutti insieme allo sviluppo della professione.”

Durante la prima giornata 25 squadre di specializzandi si sono cimentate nella fase preliminare per la qualificazione del giorno successivo quando si è svolta anche la gara dedicata agli studenti di infermieristica e i partecipanti hanno affrontato diversi scenari di tipo clinico assistenziali, technical skill e scenari interprofessionali. Alla finale hanno avuto accesso quattro squadre di specializzandi e due di studenti di infermieristica che hanno collaborato in scenari interprofessionali.

“L’integrazione multiprofessionale è fondamentale” dice il prof. Avanzi, Rettore UPO “Oggigiorno non si può più affrontare una situazione complessa senza avere a che fare con un’equipe al cui interno ci devono essere competenze diverse secondo le professionalità e il percorso di studi ma l’interazione è fondamentale. Penso che il contagio delle idee sia proprio quello che consente ad un gruppo di scambiare la propria esperienza e le proprie competenze in modo fruttuoso. È un win-win: l’infermiere può apprendere dal medico e il medico può apprendere dall’infermiere. Questo concetto lo estenderei a tutte le professioni in cui si debba agire in equipe.”

La competizione ha visto la vittoria della squadra SIMCUP dell’Università dell’Insubria di Varese, le “Mandrille di Frova” e per NURSIMCUP le “Catecolamine” studenti di infermieristica dell’UPO sede di Novara, al secondo posto, altra squadra UPO, sede di Alessandria, gli “Adrenalinici”.

Il sistema di scoring è molto complesso e permette di vedere in tempo reale l’andamento della gara.

Ideatore del programma è il prof. Jeffrey Franc dell’Università dell’Alberta in Canada che spiega che “con il software STAT59 noi applichiamo un sistema di scoring specifico per questo tipo di formazione. Per ogni stazione ci sono due tipi di valutazione: per il 50% una valutazione degli aspetti tecnici e per il 50% una valutazione di abilità non tecniche, come ad esempio la capacità lavorare come una squadra e la comunicazione. Durante la finale, mischiamo medici e infermieri e tutta la squadra prende un unico voto.”

Artefici del successo sono anche gli istruttori e ideatori degli scenari, gli organizzatori e i coach.

Luca, coach della squadra Catecolamine dice: “Siamo riusciti a limare la distanza tra studente e docente. Abbiamo coltivato l’aspetto relazionale oltre a quello meramente tecnico, che secondo me è quello che ha fatto la differenza. Il coaching è supporto, non solo conoscitivo. L’aspetto positivo è essere stato parte della loro squadra, che dal lato emozionale è importante al 100%; ma dal lato professionale ha fatto crescere anche me. Ho imparato cose che non sapevo. È stato positivo l’essere rivalutato io stesso, perché quando i giudici formulavano il punteggio, la valutazione, di rebound, era anche rivolta al mio ruolo. Esperienza assolutamente da rifare e da riproporre, sviluppando un percorso di formazione anche al di fuori del contest”.

Alessia e Rosaria, tra le organizzatrici, si dicono stanche ma soddisfatte e volte sempre di più al lavoro di squadra e alla cooperazione tra professionisti già dalla fase di formazione. La competizione è stata un momento di collaborazione con altri professionisti e con altri centri italiani per fare rete e diffondere la cultura della simulazione in ambito infermieristico. E già sono in elaborazione nuove idee per la prossima edizione ma soprattutto per aumentare le occasioni di simulazione per gli studenti.

Per gli istruttori e ideatori degli scenari, poter lavorare con colleghi di altre realtà, si è rivelata una scelta vincente poiché arricchisce tutti gli attori in gioco.

E i concorrenti? Stanchi, soddisfatti, contenti di essersi messi in gioco e di essere riusciti ad affrontare situazioni nuove e complesse.

Ci piace concludere con quanto scritto da uno studente sulla sua pagina social: “Tornare alla normalità è strano… sono state settimane intense e divertenti. Torniamo alla normalità con la consapevolezza di essere sulla strada giusta, sappiamo che questo è solo l’inizio di un percorso che adoriamo e in cui mettiamo il cuore e le notti insonni. Abbiamo imparato che vorremmo essere come il nostro coach, che se sbagliamo e ci riflettiamo non commetteremo di nuovo l’errore, che non sappiamo tante cose ma abbiamo la voglia di impararle tutte, che il gioco di squadra fa la differenza, che ognuno di noi ha paure e sicurezze, che in fondo non facciamo così schifo. La Simcup 2019 è stata un’esperienza straordinaria, ci ha portato dove, un po’ per ridere e un po’ no, speravamo davvero di arrivare. Grazie a tutti! A chi ha organizzato, a chi ha detto sì e si è messo in gioco, a chi ci ha seguito per passione, dedicandoci giorni e giorni in cambio di nulla, a chi ha seguito durante la gara facendo il tifo e confortandoci nei momenti di sconforto, a chi è arrivato da tutta Italia per partecipare, ai poveri manichini a cui abbiamo fatto di tutto e di più. Simulare e sbagliare credo sia la forma di apprendimento più efficace.

Io non so raccontarvi bene cos’abbia provato, ma so che è stata una delle soddisfazioni più belle che mi sia mai capitata”.

Questa è SIMCUP, questa è NURSIMCUP.

Alessia Bolamperti, Rosaria Lea, Marina De Medici