Convention Fiaso, le professioni. Mangiacavalli: "Nuovi modelli non più sperimentali e infermieri come risorsa"

I professionisti cambiano e cambia anche l’organizzazione. Di questo si è parlato nella tavola rotonda durante il secondo giorno della prima Convention Fiaso del management della Sanità, a cui hanno partecipato Filippo Anelli, Presidente FnomCeO; Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI; Gianfranco Rucco, direttore Direzione contrattazione 2 Aran; Gabriele Pelissero, Comitato esecutivo Aiop e Rossana Ugenti, Direttore Generale Professioni sanitarie e risorse umane del Ssn del Ministero della Salute.

Come cambia l’organizzazione e come cambiano i professionisti “è un tema presente da anni nelle agende delle istituzioni – ha detto la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli – e il rischio è che quando avremo trovato le risposte siano cambiate le domande”.

Secondo Mangiacavalli il nostro tempo è dinamico, in evoluzione e si devono stringere i tempi della “diagnosi organizzativa” , ormai chiara, e trovare risposte: la terapia. 

“Nel nostro sistema sanitario – ha detto – si è concentrata una riflessione a tutto tondo su come poter ridisegnare i modelli in funzione soprattutto dei bisogni mutati dei nostroi cittadini”.

“Lo scenario che abbiamo difronte oggi – ha proseguito – domani sarà diverso e abbiamo tutti la responsabilità di lavorare su quelli che saranno i cambiamenti dell’epidemiologia nell’arco di dieci anni”.

Mangiacavalli ha ricordato che nel Ssn il 40% del capitale umano è rappresentato dagli  infermieri e per questo “abbiamo una serie di elementi valoriali – ha detto – che caratterizzano la professione. Siamo una risorsa del sistema e negli anni abbiamo contribuito alla modifica organizzativa, anche mettendoci in discussione, con modifiche profonde all’assetto formativo della professione spesso senza averne un ritorno in termini di carriera se non in minima parte dal punto di vista gestionale”.

“Dobbiamo ancora applicare un contratto che a sua volta non ha dato applicazione a norme anche ormai decennali”.

E sul rapporto tra medici e infermieri Mangiacavalli non ha dubbi: “Deve esserci un adattamento reciproco e una standardizzazione di conoscenze e competenze. Stiamo vivendo un ‘malessere costruttivo’ perché ci interroghiamo ogni giorno su come poter rispondere ai bisogni dei cittadini: in primis gli infermieri sono abituati a rispondere alle persone”.

“Mi piacerebbe provare a rappresentare questo malessere costruttivo – ha proseguito la presidente FNOPI – come la necessità di valorizzare finalmente le competenze e le specializzazioni degli infermieri. Valorizzare percorsi che in qualche modo divengano infungibili all’interno delle aziende in settori particolari dell’assistenza”.

“Si deve riflettere – ha aggiunto – sull’utilizzo di una risorsa professionale  che deve essere inserita in modelli organizzativi che consentano uno sviluppo reciproco delle professioni medica e infermieristica. Questo significa dare corpo anche a forme contrattuali che a oggi non hanno valorizzato questo tipo di apporto”.

Ma significa anche ragionare sulla composizione delle équipe – ha puntualizzato la presidente degli infermieri -: oggi abbiamo Regioni dove gli operatori di supporto non sono nemmeno previsti nelle dotazioni organiche e questo non facilita lo sviluppo di modelli che consentano la crescita e lo sviluppo sinergico tra professioni diverse”.

La soluzione secondo Mangiacavalli è una: “far uscire questi nuovi modelli dalle sperimentazioni perché diventino patrimonio di tutte le aziende, anche per ridisegnare il nostro sistema sanitario”.

ExtraVIDEO INTERVENTO MANGIACAVALLI