Commissioni d’Albo infermieri e infermieri pediatrici: terza assemblea nazionale

Si è svolta a Bologna sabato 14 maggio la Terza Assemblea nazionale delle Commissioni Albo Infermieri e Infermieri pediatrici ed ha rappresentato un’occasione proficua di riflessione e condivisione per i numerosi Presidenti Commissioni d’Albo provinciali o loro delegati presenti.
Dopo il saluto e l’introduzione ai lavori della giornata di Laura Barbotto e Franco Vallicella, Presidenti delle due Commissioni d’Albo nazionali, la Presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli è intervenuta illustrando le linee programmatiche per il presente ed il futuro della Professione, sottolineando come la questione infermieristica viva in questo particolare periodo storico un’opportunità importante di riposizionamento. La Presidente ha evidenziato in particolare la necessità di un cambiamento di paradigma , ovvero la necessità di uscire da un stabilità di comfort zone caratterizzata dal mantenimento di certezze espresse in un modello consolidato e conosciuto per andare verso una diversificazione della professione , ovvero la ricostituzione di una nuova filiera assistenziale e l’aumento di cultura professionale attraverso l’aumento di competenze cliniche e sviluppi di carriera.
Sono stati quindi presentati i risultati della Survey relativi alle linee di indirizzo per i componenti dei Consigli direttivi e quelli delle Commissioni d’Albo dei vari Opi provinciali.
Elevata adesione di rispondenza al questionario sottoposto alle Commissioni Albo provinciali interpellate: 75 Commissioni rispondenti su 102 (74%) . I componenti delle diverse Commissioni d’Albo nazionali hanno partecipato in questo anno di lavoro a numerosi tavoli riguardanti diverse aree di interesse: internazionalizzazione dei percorsi di sviluppo professionale, tavoli legati al tema della fragilità , della disabilità, del rischio clinico, della violenza sugli operatori, PNRR e “DM 71” e molto altro.
Il collega Nicola Draoli, componente del Comitato Centrale, ha invece presentato lo stato dell’arte relativamente alle risposte del questionario proposto dalla Federazione a tutti gli iscritti quale espressione di partecipazione al ridisegno della figura infermieristica attraverso gli Stati Generali della Professione. Il momento è cruciale perché le scelte della politica di oggi avranno ripercussioni per i prossimi 20 anni e per incidere su tali scelte gli infermieri devono chiarirsi e chiarire a tutti i livelli chi sono, quale sia la visione del Sistema Salute, del ruolo che dovranno ricoprire e le competenze che dovranno necessariamente possedere. La FNOPI, essendo l’ente di rappresentanza professionale, ha il dovere di dettare i tempi e le modalità con cui interagire con le istituzioni e le forze politiche, senza che nessuno possa cavalcare o strumentalizzare tale azione. Attraverso gli Stati Generali si intende anche esprimere il proprio dissenso rispetto alle politiche finora intraprese nei confronti della Professione Infermieristica, ma attraverso modalità differenti da quelle tipiche delle rivendicazioni di piazza, per stabilire una ferma e forte volontà di proporre una dialettica istituzionale concreta ed efficace.
Premessa indispensabile a tutto ciò il Codice deontologico infermieristico come sintesi di norme etiche che richiamano ai principi della nostra Costituzione in particolare all’art. 4 comma 2: «Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società».
Ripartire quindi dal Codice deontologico come una autoregolamentazione voluta e non come una norma imposta dall’alto, strumento attraverso il quale un gruppo professionale si riconosce, si interroga, pone domande, e attraverso un percorso di riflessione comune sa trarre dal Codice linfa vitale per l’esercizio della professione pensata ed agita nei luoghi di cura attraverso gesti di cura.
Acquisire consapevolezza quali professionisti della salute di rivestire nella relazione con le persone assistite, un ruolo etico fondamentale ed insostituibile costituisce il prerequisito perché il cambiamento di paradigma auspicato possa “tenere la rotta” pur fra turbolenze e vortici che rischiano di offuscare la meta.