Cure palliative, terapia del dolore, umanizzazione: questi i tre cardini scelti per la Giornata del Sollievo 2023. E l’infermiere ne è protagonista.
Lo è per responsabilità professionale, ma anche per prescrizione del suo Codice deontologico: “Per gli infermieri umanizzare l’assistenza è un valore irrinunciabile”, ha affermato Maurizio Zega, consigliere del Comitato centrale FNOPI che ha rappresentato la Federazione alla presentazione della Giornata del Sollievo 2023, con la Conferenza delle Regioni, il Ministero della Salute e la Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti”.
Il Codice deontologico
L’articolo 24 per le cure palliative prescrive che “L’infermiere presta assistenza infermieristica fino al termine della vita della persona assistita. Riconosce l’importanza del gesto assistenziale, della pianificazione condivisa delle cure, della palliazione, del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale. L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento della persona assistita nell’evoluzione finale della malattia, nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto”.
L’assistenza domiciliare oggi
Tutto questo è già evidente in ciò che avviene quotidianamente nell’assistenza.
L’ultimo dato del ministero della Salute sull’assistenza domiciliare (ADI), fondamentale per i pazienti terminali, mostra che nel 2021 gli infermieri hanno erogato più del triplo di ore di assistenza e accessi per caso delle altre professioni sanitarie: oltre 100.000 pazienti terminali assistiti, per il 70% dagli infermieri con oltre 1,6 milioni di ore di assistenza e quasi 2 milioni di accessi.
La carenza
Purtroppo, la carenza di infermieri ne mancano almeno 65.000 di cui oltre la metà per l’assistenza sul territorio – ha pesato molto sull’assistenza e per un’ADI che si rispetti e raggiunga il 10% del servizio erogato dall’attuale 4-6%, come prescrive il decreto 77/2022 sul riordino dell’assistenza territoriale in applicazione del PNRR, dovrebbero essere dedicati migliaia di infermieri in più di quelli che attualmente possono svolgere il servizio (anche solo adempiere alla previsione dello standard di un infermiere di famiglia e comunità ogni 3.000 abitanti si traduce in un fabbisogno di almeno 20.000 professionisti): per colpa della carenza il tempo per ogni accesso domiciliare si è ridotto drasticamente in funzione dell’aumento degli accessi e per consentire ai porofessionisti di non lasciare solo nessuno.
Le proposte FNOPI
La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, per attuare nella pratica una reale assistenza di qualità sia dal punto di vista clinico, che relazionale e dell’umanizzazione delle cure, propone di ampliare le esperienze di Hospice a gestione Infermieristica dimostratisi assolutamente efficaci per l’assistenza.
Poi “E’ il momento di riconoscere le specializzazioni infermieristiche; in questo caso dare spazio alla professione infermieristica sulla gestione della terapia del dolore”, ha affermato ancora Zega.
“In questo modo – ha detto – quanto richiesto al comma 83 della legge di Bilancio 2023 cioè arrivare al 2028 con una copertura dell’assistenza del 90% della popolazione interessata diviene un risultato sfidante e non impossibile”.
“Il valore della professione infermieristica – ha concluso Zega – non deriva semplicemente dall’insieme dei gesti tecnico/scientifici che gli infermieri attuano, ma dalla relazione che veicola ogni gesto di cura e dal senso che ne deriva e che per la loro qualità possono fare la differenza. Racchiudono un valore ancora più prezioso: diventano il mezzo attraverso cui è possibile contribuire a restituire o a far riscoprire il senso e il significato del tempo che rimane valorizzando ogni singolo momento che può continuare a riempirsi di vita. Per gli infermieri un’affermazione è prioritaria, contenuta nel Codice: ‘il tempo di relazione è tempo di cura’”.