Convegno nazionale ANIPIO: “Infection Control oltre l’ospedale”

Convegno triennale ANIPIO ( l’Associazione Nazionale Infermieri Prevenzione Infezioni Ospedaliere) 2024 a Bari, sul tema “Infection Control oltre l’ospedale“ che raccoglie le sfide  cogenti di una Sanità in continua evoluzione sotto numerosi punti: strutturali, di processo, tecnologici, finanziari, di qualità e sicurezza degli esiti di cura, aspettative dei cittadini, epidemiologia dei bisogni di salute.

A rappresentare la FNOPI al convegno di Bari è stato il presidente di OPI Bari Saverio Andreula.

“L’infection control – ha spiegato la presidente ANIPIO Maria Mongardi – in Italia nasce negli anni 80 in ambito esclusivamente ospedaliero, sono trascorsi più di 40 anni e ora va gestito in ospedale e fuori dall’ospedale: nella case e negli ospedali  di Comunità, nelle strutture socio sanitarie per anziani, nelle strutture riabilitative, nell’assistenza domiciliare”.

E nella sua relazione Mongardi ha sottolineato che la sepsi colpisce ogni anno tra 47 e 50 milioni di persone e ne muoiono almeno 11 milioni, ovvero un decesso ogni 2,8 secondi. “Il 20% di tutti i decessi nel mondo è associato alla sepsi”, ha detto. A seconda del Paese, la mortalità varia dal 15 a oltre il 50%. Molti pazienti sopravvissuti soffrono delle conseguenze della sepsi per il resto della loro vita.

Mongardi ha anche illustrato sette “spunti” per gestire l’ infection control e lavorare meglio nei team che devono tutelare i pazienti dalle infezioni:

  1. Passare all’azione, aderire alle buone pratiche, con la massima attenzione nella pratica quotidiana alla  prevenzione delle ICA
  2. Passare all’azione per garantire la sicurezza delle cure senza mai essere attendisti.
  3. Correre i rischi volti a rompere la consuetudine: quasi tutti tendono a mantenere lo status quo. Questo atteggiamento abitudinario dà l’ illusione o una falsa  sicurezza e tranquillità. Riflessione + rischio = contributo, questi sono tre pilastri di una vita professionale densa di significato. Tutti i cambiamenti hanno in sè un rischio.
  4. Nessuna rassegnazione: a volte si accetta uno  stato emotivo senza svolgere alcuna azione.
  5. Non abbandonatersi alla lamentela, l’abitudine alla lamentela accresce la sofferenza come professionisti
  6. Non accettare le malpractice ovvero prendere le cose come sono
  7. Adottare l’approccio dei piccoli passi e la legge dello “slancio”: non importa se andando  piano, l’importante è che non non fermarsi.