Rivedere i modelli organizzativi per un servizio sanitario equo e sostenibile

“Senza infermieri non c’è servizio sanitario nazionale”. Le parole del professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri aprono Ripensare la professione infermieristica, Ripensare il servizio sanitario nazionale, convegno organizzato oggi 29 novembre da FNOPI nell’ambito del 19° Forum Risk Management di Arezzo.

Rispetto alla carenza degli infermieri e al ruolo occupato all’interno del servizio sanitario nazionale, nel suo videomessaggio, Remuzzi (VIDEO INTEGRALE) ha saputo sottolineare il valore della professione infermieristica, lanciando un appello affinché “si eviti che gli infermieri alla fine vadano via, si stanchino. Dobbiamo dare loro opportunità di carriera. E questo forse è più dello stipendio che si certo è importante. Non possiamo avere degli infermieri che sono pagati un terzo che negli altri paesi europei lo stipendio degli infermieri e dei medici dovrebbe essere lo stesso in tutti i paesi europei. Se avessimo un sistema sanitario europeo che poi diventa un servizio sanitario europeo, ma un sistema di governance che sia europeo, noi purtroppo non ce l’abbiamo nemmeno a livello regionale”.

L’evento si inserisce in un percorso avviato dalla Federazione e che coinvolge Ministero della Salute, Commissione Salute presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Università, Federsanità, Fiaso, Pastorale della Salute e Sidmi. Un percorso di confronto nel quale la FNOPI promuove un modello organizzativo e professionale per interpretare i cambiamenti in atto nella filiera assistenziale in Italia, analizzando le ricadute sul livello organizzativo e sullo sviluppo formativo accademico della professione. La proposta della Federazione si inserisce in un contesto dominato dalla crescente complessità dei bisogni assistenziali e da una grave carenza di infermieri: elementi che rendono necessaria una revisione dei modelli organizzativi che soddisfi le attese dei cittadini in un’ottica di sostenibilità dell’intero sistema Salute.

Lauree magistrali a indirizzo clinico e assistente infermiere rientrano chiaramente nella discussione, poiché, come ha spiegato nella sua introduzione il consigliere nazionale Nicola Draoli, al pari di quanto avvenuto in passato, anche questa fase di cambiamento che vede al centro l’infermiere porta con sé un grande dibattito. Lo è stato quando vennero introdotte le figure degli OTA e degli OSS e lo è oggi con l’assistente infermiere e con le lauree specialistiche. “Ogni nostra evoluzione – ha detto Draoli – nasce sempre da una condizione di «crisi», ogni nostro passaggio evolutivo ha sempre comportato l’aumento di competenze, di formazione e di studio”.

Molti gli spunti di riflessione e le proposte emerse nel corso di una mattinata proficua grazie ai contributi offerti dai relatori della sessione. Cristina Rinaldi, direttore dell’Ufficio Disciplina della Direzione Generale Professioni Sanitarie del Ministero della Salute ha illustrato la revisione dei modelli organizzativi, a partire dall’infermiere di famiglia e comunità e dal DM 77 del 2022. Rispetto alla carenza di personale infermieristico, si è soffermata sulle più recenti misure intraprese dai ministeri della Salute e dell’Università “per rilanciare il ruolo e le carriere degli infermieri di nuova generazione”. Ha quindi parlato della figura dell’infermiere specialista, come già previsto sin dal DM 739 del 1994, con una naturale ricaduta, nel tempo, anche sul tema della prescrizione infermieristica.

Claudio Costa, coordinatore Area Risorse umane, formazione e fabbisogni formativi della Commissione Salute presso Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha ripercorso il lavoro della commissione e illustrato punti di forza e debolezza dell’inserimento all’interno della filiera assistenziale della figura dell’infermiere specialista e dell’assistente infermiere che, ha evidenziato, “svolge le attività dirette alla persona, direttamente attribuite dall’infermiere o secondo la pianificazione assistenziale, riferendone allo stesso in quanto responsabile dell’assistenza infermieristica generale”. Rispetto a questo punto è stata chiara anche Rinaldi ribadendo come “il responsabile dell’assistenza resta sempre l’infermiere e nessuna figura può in nessun modo sostituirlo”. Sulla necessità di e migliorare la situazione retributiva del personale sanitario nel contesto di una riforma di sistema si è espresso il senatore Francesco Zaffini, presidente della X Commissione permanente Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Senato della Repubblica. La senatrice, ed ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha invece le criticità di misure tampone sulla carenza, come le proroghe su riconoscimento titoli in deroga per personale sanitario proveniente dall’estero.

Ampio spazio poi al tema della formazione con la relazione della segretaria nazionale FNOPI, Beatrice Mazzoleni, che ha ricostruito le azioni messe in campo dalla Federazione in collaborazione con Crui, Mur e Ministero della Salute per accrescere, attraverso l’istituzione di nuovi percorsi universitari, l’attrattività della professione. L’implementazione dei modelli organizzativi, le ipotesi e le proposte hanno occupato la tavola rotonda finale. Il vicepresidente FIASO Antonio D’Amore ha rimarcato il ruolo che possono giocare i direttori generali per dare sostanza alle riforme in atto, utilizzando al meglio gli strumenti innovativi che già esistono: dalla rimozione del cumulo di impieghi alle misure di welfare aziendale alle strategie di contrasto alle violenze contro gli operatori sanitari. Fabrizio d’Alba, presidente Federsanità Nazionale ha proposto di sperimentare il modello organizzativo di FNOPI, mettendo a disposizione la rete di Federsanità. Per Bruno Cavaliere, presidente SIDMI, occorre puntare sulle abilità di leadership e sulle soft skills, e cambiare la cultura organizzativa, anche della classe medica. A Maurizio Zega e Carmelo Gagliano consiglieri nazionale FNOPI è stato affidato il compito di analizzare il processo di cambiamento in atto nei vari setting assistenziali, evidenziando le ricadute che ci saranno tanto in ambito ospedaliero quanto territoriale, nella tavola rotonda moderata dal responsabile della Comunicazione FNOPI, Silvestro Giannantonio.

La giornata è stata chiusa dalla presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli che, tirando le fila di una giornata ricca di spunti, riflessioni e informazioni puntuali, ha invitato tutti a cogliere “il sapere infermieristico che governa la filiera dell’assistenza secondo complessità differenziate. E per governarla avremo bisogno di una funzione manageriale competente e unica. Per questo serve un grande lavoro di formazione. In questa direzione si muovono tre indirizzi magistrali (Cure Primarie e Sanità pubblica, Cure Pediatriche e Neonatali e Cure Intensive e nell’Emergenza) per rendere più attrattiva la professione e fare in modo che sempre più giovani possano sceglierla. Costruendo, al contempo, percorsi di riconoscimento delle competenze che stanno tra la laurea triennale e quella magistrale anche per valorizzare tutta la formazione che hanno fatto fino ad oggi gli infermieri”.