APRIREnetwork: come gestire una Rsa ai tempi di COVID-19

Il coronavirus SARS-Cov-2 colpisce più gravemente gli over 65 con pregressa patologia cardiovascolare, patologia respiratoria cronica, diabete. La mortalità aumenta con l’età.

Le strutture residenziali per anziani sono contesti particolarmente esposti al rischio di infezione da coronavirus SARS-Cov-2, poiché gli anziani ospiti, oltre ad avere i fattori di rischio sopra riportati, sono generalmente più vulnerabili alle infezioni rispetto alla popolazione generale.

Come gestire una RSA ai tempi di COVID-19

Per queste ragioni APRIREnetwork, una rete di persone (medici, infermieri e altri professionisti) che partecipano alla identificazione, “costruzione collaborativa” e diffusione di idee, documenti, strumenti di lavoro, percorsi formativi, eventi informativi, nell’ambito dell’Assistenza Primaria, ha realizzato un documento (scaricabile a questo link: “Coronavirus: prevenzione e gestione nelle residenze sociosanitarie per anziani”), che è stato redatto da Fulvio Lonati (medico) ed  Ermellina Silvia Zanetti (infermiera), rispettivamente presidente e vicepresidente di APRIRE con la collaborazione di  Paolo Benetollo dell’ Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari  della Provincia Autonoma di Trento, Gianbattista Guerrini della   Fondazione Brescia Solidale e Michele Zani della Fondazione Le Rondini Città di Lumezzane Onlus, per la gestione dell’emergenza nelle RSA.

Il documento è stato approvato dall’ AIP Associazione Italiana di Psicogeriatria, AGE Associazione Geriatri Extraospedalieri, SIGG Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, SIGOT Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio.

Il piano d’azione

Secondo il documento è necessario che le strutture dispongano un piano d’azione che comprende 5 elementi chiave: 1) ridurre la morbilità e la mortalità tra le persone infette; 2) minimizzare la trasmissione; 3) garantire la protezione degli operatori sanitari; 4) mantenere il funzionamento del sistema sanitario; e 5) mantenere la comunicazione tra gli ospiti e i loro familiari.

Le misure di prevenzione e controllo per prevenire l’infezione SARS-Cov-2 nelle strutture residenziali per anziani sono, secondo il documento, importanti e dovrebbero essere pianificate prima della possibile manifestazione di un’epidemia di COVID-19 e, durante l’eventuale esacerbazione della stessa, le misure di prevenzione controllo e gestione dovrebbero essere intensificate.

Referenti e team multidisciplinari

Il documento suggerisce di individuare un referente (anche esterno alla struttura) per la prevenzione e controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) adeguatamente formato e che possa fare riferimento ad un comitato multidisciplinare di supporto nell’ambito della struttura o a livello aziendale in stretto contatto con le autorità sanitarie locali.

E di designare all’interno della struttura un professionista o un team di professionisti, in relazione alle dimensioni della struttura, composto ad esempio: dal direttore sanitario, direttore generale/di struttura/amministrativo e coordinatore infermieristico, che, in collaborazione con il referente per la prevenzione e controllo delle ICA, predisponga il piano di prevenzione e intervento tenendo in considerazione:

  • le disposizioni nazionali e regionali in materia;
  • i requisiti per la segnalazione di ospiti con sintomi compatibili con COVID-19;
  • le indicazioni per la gestione degli ospiti sospetti/probabili/confermati COVID-19.

Cosa va definito e realizzato

Il professionista/ team di professionisti si occuperà di definire/realizzare:

  1. La pianificazione e la realizzazione del piano di controllo e prevenzione delle Infezioni Correlate all’assistenza (ICA) e specificatamente per COVID-19.
  2. La formazione e l’addestramento del personale all’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), le procedure per la sanificazione ambientale (ALLEGATO 1 -Procedure per la sanificazione ambientale), la corretta igiene delle mani, l’isolamento degli ospiti.
  3. La dotazione, e la procedura per un costante approvvigionamento, di un numero sufficiente di DPI in relazione al numero di ospiti e di operatori; in particolare, devono essere effettuate stime adeguate circa le quantità necessarie di mascherine chirurgiche, filtranti facciali FFP2 e FFP3, guanti, camici monouso, protezioni oculari, disinfettanti e soluzione idroalcolica.
  4. Le modalità da implementare per la ricerca attiva di potenziali casi tra i residenti e tra gli operatori e, in base alle disposizioni vigenti, le restrizioni dall’attività lavorativa degli operatori sospetti o risultati positivi al test per SARS-CoV-2.
  5. La definizione dei criteri per suddividere la struttura in aree operative separate (un nucleo o reparto, un piano anche con barriere fisiche mobili) assegnando a ciascuna area operativa un numero di operatori esclusivamente dedicati all’assistenza agli ospiti degenti nell’area con l’obiettivo di circoscrivere la diffusione dell’infezione.
  6. La riorganizzazione delle attività di animazione e fisioterapia che dovranno essere realizzate all’interno delle aree operative.
  7. L’aggiornamento dei piani di continuità operativa, se i membri del personale si dovessero ammalare o auto isolarsi perché sintomatici.
  8. L’individuazione di un’area della struttura (ad esempio un nucleo o un piano) separata e dotata, se possibile, di propria porta di accesso che possa rimanere chiusa, da adibire all’isolamento degli ospiti nel caso dovessero presentarsi contemporaneamente più casi sospetti, probabili o confermati COVID-19 (di seguito: casi).
  9. La predisposizione e la tenuta di un registro nel quale annotare il personale che si occupa dei casi. Il rischio deve essere valutato in modo individualizzato, ma in generale la normale attività lavorativa può continuare e dovrà essere garantita una sorveglianza sanitaria per rilevare precocemente la comparsa dei sintomi.
  10. Il monitoraggio delle fonti di salute pubblica locali, regionali e nazionali per conoscere l’evoluzione dell’epidemia nel proprio territorio.
  11. Le modalità e gli strumenti necessari per garantire la comunicazione tra ospiti e familiari nell’impossibilita che questi ultimi possano accedere alla struttura.

Chi dedicare all’assistenza e con quali protezioni

Il documento raccomanda anche di dedicare all’assistenza diretta all’ospite un infermiere e un operatore per turno al fine di ridurre il numero di operatori che vengono a contatto. Infermiere e operatore quando operano nella stanza di degenza devono indossare questi DPI:

  • Mascherina chirurgica con il più alto grado di filtrazione (riservare i filtranti respiratori FFP2/FFP3 a manovre quali ad esempio bronco aspirazione o procedure che inducono tosse o espettorato che possono generare aereosol delle secrezioni del paziente3),
  • Occhiali protettivi o visiera,
  • Camice idrorepellente a maniche lunghe,
  • Guanti monouso in nitrile o vinile,
  • Copricapo.

Quattordici capitoli e due allegati

Il documento si articola in quattordici capitoli e due allegati tecnici che vanno dalle modalità di trasmissione dell’infezione ala protezione degli operatori, dalle azioni per contrastare la diffusione dell’infezione da SARS-Cov-2 tra gli ospiti alle misure per proteggere i familiari, dal piano di prevenzione e intervento all’ammissione di nuovi ospiti. E spiega le procedure per la sanificazione ambientale e quelle i vestizione svestizione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e le indicazioni per un loro utilizzo razionale.

LE SLIDE DI SINTESI