Fabbisogno di personale, carenza e misure previste nella legge di Bilancio come la specificità infermieristica sono i temi su cui la la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) e la FSI_USAE (Federazione dei sindacati indipendenti) si sono sintonizzate in un incontro avvenuto oggi in videoconferenza.
Il fabbisogno di personale si traduce in una migliore programmazione dei corsi di laurea universitari, oggi con bandi sempre sottostimati di circa 3000 unità/anno rispetto alle esigenze messe in evidenza dalla professione. E di conseguenza, altro passo, un’azione forte da mettere in campo per colmare la carenza infermieristica resa particolarmente evidente dalla pandemia, ma presente ormai da molti anni nel Servizio sanitario nazionale.
Non poteva non essere tema centrale dell’incontro tra i vertici FNOPI e FSI-USAE, la previsione contenuta nel testo della legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri di una indennità di specificità infermieristica.
Previsione sicuramene utile, secondo la FNOPI, per sottolineare le peculiarità della professione che devono essere messe in evidenza e codificate, ma comunque sottostimata dal punto di vista economico secondo il sindacato che giudica non sufficiente e – anche in sintonia anche con la Federazione – non equa, la somma stanziata sia rispetto alla numerosità della categoria, sia rispetto agli importi indicati per la dirigenza sanitaria.
Inoltre, a prescindere dall’indennità, nella bozza della legge di Bilancio mancano risorse sufficienti a un dignitoso rinnovo del contratto di lavoro per tutto il personale della sanità.
FNOPI e FSI_USAE anno condiviso quindi che sarà la legge di stabilità il vero banco di prova per comprendere le reali volontà del Governo a voler tornare a investire davvero sulla sanità e sui professionisti della sanità. Ma questo dovrà essere senza disequità e inadeguatezza.
Per quanto riguarda la carenza, Federazione e sindacato sono in sintonia sul fatto che non possono essere soluzioni emergenziali a risolvere un problema strutturale presente ormai da tempo, ma che è necessaria una più attenta programmazione, anche su base territoriale.
La sanità è fatta dai professionisti che la gestiscono – hanno commentato – dalle persone che dentro gli ospedali e sul territorio prestano la loro opera. Secondo FNOPI e FSI-USAE Covid-19 questo lo ha dimostrato e ora – che le risorse ci sono – questo va anche riconosciuto e codificato con interventi realmente efficaci e definitivamente strutturali.