“Tensioni in ospedale”: Tg2 Post fa il punto sulle aggressioni al personale sanitario

Violenza sul personale sanitario: Tg2 Post fa il punto nella trasmissione del 12 gennaio a cui intervengono Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI; Marcello Candelli, coordinatore medico Pronto Soccorso Policlinico Gemelli Roma, Giovanni Caprara, presidente giornalisti scientifici.

In un’intervista trasmessa in diretta, il ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo aver dichiarato di essere in contatto col suo collega dell’Interno per avviare dei protocolli tra le prefetture e le aziende ospedaliere per fare in modo che ci possa essere un pronto intervento in caso di aggressione, afferma tra l’altro: “Chi lavora nei Pronto soccorso deve essere gratificato non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista organizzativo e deve avere delle prospettive di lavoro certo. Credo che con l’aiuto di chi da anni lavora nel Pronto soccorso possiamo avviare un percorso per fare in modo che i giovani possano essere nuovamente attratti da questo lavoro che ha anche aspetti particolarmente affascinanti”.

Il problema, tuttavia, sottolinea la presidente FNOPI, non è solo nel pronto soccorso: quello delle aggressioni è un tema che “si aggiunge a una serie di problematiche che vive la professione infermieristica in questo momento in Italia. Una su tutte: quella delle carenze. Soffriamo di una forte carenza numerica strutturale di almeno 65.000 infermieri in tutte le strutture e questo peggiora una situazione di disagio organizzativo e di stress lavorativo”.

“L’aggressione, tuttavia – prosegue -, è l’effetto di una serie di cause anche importanti che affondano le radici sicuramente in una serie di questioni tra cui i modelli organizzativi e una serie di mancate risposte che i cittadini hanno. I bisogni dei cittadini la maggior parte delle volte non sono legati a situazioni di criticità vitali o a situazioni sanitarie importanti che consentono un sistema di triage con un accesso privilegiato alla struttura ospedaliera. Sono altre le domande e i bisogni. Sono bisogni di ascolto, bisogni di presa in carico di situazioni complesse, sono bisogni spesso che sfiorano la sfera sociale, socioassistenziale e quindi si aspettano una risposta da un servizio, da una struttura che accanto a loro, sul territorio, oggi ancora non c’è”.