“Interventi non farmacologici a supporto della fatigue cancro correlata (CRF)”: sono le nuove Linee Guida di cui il Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore della Sanità “raccomanda l’utilizzo”, prodotte in sinergia da AIIAO, Associazione italiana di infermieri di area oncologica, AIOM, Associazione italiana oncologia medica, SIPO, Società italiana di psico-oncologia e SIMG, Società italiana di medicina generale delle cure primarie.
Le linee guida sono state elaborate su proposta dell’AIIAO per definire gli aspetti clinici e organizzativi per l’erogazione di interventi non farmacologici nei contesti territoriali, ambulatoriali ed ospedalieri nazionali per la gestione della fatigue cancro-correlata sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili e la proposta è stata valutata come eleggibile dal Centro Nazionale per l’Eccellenza Clinica, la Qualità e la Sicurezza delle Cure (CNEC) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Per garantire il più alto coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti interessati, il gruppo di lavoro definito per lo sviluppo della linea guida è multi-disciplinare e multi-societario. E tutti i membri del gruppo di lavoro sono stati selezioni e reclutati dal Comitato Tecnico Scientifico.
Obiettivo delle linee guida, ideate anche per la mancanza di LG adattabili al contesto nazionale rispetto alla specifica tematica, quali criteri di prioritizzazione per lo sviluppo ex-novo di LG, è quello di sviluppare raccomandazioni per promuovere la standardizzazione e l’uniformità degli interventi non farmacologici per la gestione della CRF da parte dei professionisti clinici nella gestione di tale sintomo nella popolazione adulta affetta da cancro in qualsiasi fase di malattia o trattamento.
La gestione dei sintomi cancro-correlati rappresenta un’area di indagine della ricerca clinica sempre più rilevante a fronte di un tasso di sopravvivenza sempre più elevato dei pazienti oncologici: in Italia, la percentuale di sopravvivenza per tutti i tumori maligni a cinque anni dalla diagnosi è di 46,7% negli uomini e di 57,7% nelle donne, valori percentuali superiore alla media europea. Pertanto, la cronicizzazione del decorso clinico di alcune patologie oncologiche ha determinato la necessità di erogare interventi di cura integrativi e complementari agli standard terapeutici, per la prevenzione e gestione dei sintomi cancro-correlati.
Tra questi, la fatigue è uno dei sintomi che più frequentemente caratterizza la traiettoria clinica dei pazienti oncologici, dalla diagnosi al fine vita ed è la presenza di una sensazione soggettiva, stressante, persistente di stanchezza o spossatezza correlata al cancro o al suo trattamento, non proporzionale all’attività eseguita, che interferisce con le abituali attività e che spesso non è alleviata dal sonno o dal riposo.
Gli interventi non farmacologici possono essere categorizzati in alcune macro-categorie: attività fisica, interventi psicosociali, terapie complementari integrative e terapia fisica, terapia del sonno, terapia della luce, e interventi di promozione dell’autogestione (ossia, self-care management) attraverso l’utilizzo dei sistemi di telemedicina.
La fatigue cancro-correlata (CRF) è uno degli effetti avversi più comuni legati alla malattia oncologica e ai trattamenti disease-oriented, che colpisce circa il 65% dei pazienti con cancro.
L’incidenza di questa sintomatologia può variare in relazione alla tipologia di neoplasia e aumenta in modo significativo durante il trattamento antiblastico o radioterapico. Tuttavia, anche le terapie ormonali, immunoterapie e terapia biologica o a bersaglio molecolare, risultano essere responsabili della CRF in un range compreso tra il 12-37%, percentuale che tende ad aumentare in combinazione con altri trattamenti. Infine, la CRF risulta essere un sintomo che nel 25-30% dei casi persiste fino a cinque anni dopo il completamento del trattamento e in alcuni casi anche per periodi più lunghi.
E una recente indagine di ricerca AIIAO ha rilevato come circa il 50% degli infermieri italiani di area oncologica dichiari un’alta variabilità e disuguaglianza nella gestione dei sintomi oncologici; tra questi, la fatigue risulta essere il sintomo con valori più alti di variabilità (82,7%) e disuguaglianza gestionale (72%). Inoltre, altri studi hanno evidenziato come la CRF sia tendenzialmente un sintomo sotto-riportato e sottovalutato.
Gli interventi non farmacologici descritti nelle linee guida sono l’esercizio fisico, gli interventi psicosociali (ad esempio, interventi di counselling, interventi psicoeducativi, terapie cognitivo comportamentali, mindfulness, terapie espressive di supporto), le terapie complementari integrative e terapia fisica (ad esempio, Yoga, Qi-gong, Tai-chi, Massoterapia, Agopuntura, Terapie nutrizionali, Aromaterapia).
Le linee guida premettono alla metodologia di utilizzo otto “raccomandazioni”:
A QUESTO LINK IL TESTO INTEGRALE DELLE LINEE GUIDA