Banche dati sanitarie: indagine del Mario Negri sull’opinione dei cittadini

Il Dipartimento di Epidemiologia Medica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con il “Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva” (GiViTI) e il Laboratorio di ricerca per il coinvolgimento dei cittadini in sanità ha deciso di lanciare con risorse proprie un’indagine riguardante l’opinione di cittadini e cittadine in merito alle banche dati sanitarie.

Al link si trova un breve questionario: https://opinionibanchedati.marionegri.it/ 

La scelta si basa sul fatto che ogni giorno, attraverso i sistemi informatici, e grazie al consenso fornito da cittadini e pazienti, viene raccolta una quantità enorme di dati clinici e socio-anagrafici.

I dati vengono comunemente raccolti e archiviati all’interno di banche dati sanitarie attraverso, ad esempio, la cartella clinica elettronica ospedaliera o il fascicolo sanitario elettronico regionale. Gruppi organizzati di clinici e ricercatori utilizzano queste banche dati – previo consenso fornito da diretti interessati – per indagini epidemiologiche e per guidare e migliorare, attraverso complesse analisi, la pratica clinica.

L’utilizzo di queste banche dati potrebbe essere migliorato promuovendone la condivisione e aumentandone l’accessibilità, cioè mettendo a disposizione tutti i dati grezzi per essere riutilizzati, naturalmente senza fare alcun riferimento al singolo soggetto.

Tra i ricercatori, i medici e il personale sanitario, ma anche tra le associazioni di cittadini e pazienti, è da tempo in discussione l’idea di aumentare la disponibilità di queste banche dati per ampliare le conoscenze mediche e scientifiche. Ci sono però aspetti critici da prendere in considerazione, per esempio aspetti di riservatezza (privacy) e di rischio di re-identificazione dei soggetti, o aspetti legati alla gestione dei dati e al loro uso a fini di ricerca.

L’indagine, appunto, indaga le opinioni su raccolta, pseudo-anonimizzazione, condivisione e ri-uso dei dati clinici raccolti.