PRESCRIZIONE INFERMIERISTICA IN ITALIA: LA POSIZIONE DI FNOPI

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Gli infermieri hanno chiaro il loro ruolo come supporto ai cittadini per rendere più incisivi i loro bisogni di salute. Ma anche come guida per supportare i più fragili e le loro associazioni nel dedalo delle regole (anche regionali) di accesso alle terapie e alle cure del Servizio sanitario nazionale, selezionando, nel caso, con loro e per loro anche una serie di interventi mirati alle reali necessità che possono trovare supporto nell’implementare la prescrizione infermieristica specificatamente a quei presidi e materiali pertinenti all’assistenza infermieristica. Si tratta della prescrizione di trattamenti o azioni infermieristiche e in quella di ‘collaboratore’ con gli altri membri dell’equipe. Sarebbe un’occasione per promuovere la crescita della professione e dare maggiore efficacia ed efficienza all’intero sistema, agevolando i cittadini, fornendo loro risposte più congrue e rapide ai bisogni assistenziali. È essenziale adeguarsi con i tempi e con gli altri stati europei, credere nelle loro capacità e competenze, per creare un infermieristica italiana che contribuisca al miglioramento del Servizio sanitario nazionale.

In Italia, si potrebbe prevedere la prescrizione diretta di presidi per l’assistenza, ma anche  di farmaci, secondo protocolli condivisi con gli stessi medici, equiparando gli infermieri che operano nel nostro Paese allo stesso livello dei loro colleghi all’estero. (In diversi Paesi Europei esistono infatti già gli infermieri in codificati ambiti di continuità terapeutica),

L’Italia, così come gli altri Stati europei, avrebbe dovuto porre in atto le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alle citate Direttive Europee entro il 25 ottobre 2013.

Rimane auspicabile nel prossimo futuro la realizzazione di protocolli condivisi tra professionisti e istituzione, in grado di regolamentare e indicare con chiarezza gli ambiti prescrittivi della professione infermieristica che potrebbe essere utile ad esempio nell’ambito del wound care, dei dispositivi vascolari, delle stomie ecc.

Ad esempio, nel Regno Unito, l’infermiere ha la possibilità di prescrivere un numero ristretto e ben definito di farmaci, nel contesto di un piano clinico paziente specifico dopo diagnosi medica. Altra esperienza di rilievo è quella della Spagna, in cui non si parla mai di prescrizione ma di dispensazione di medicinali. L’ordine di dispensazione è il termine utilizzato al posto della ricetta medica.

Nel nostro Paese – allo stato attuale la norma di riferimento (d.lgs. 219/2006 – titolo VI) individua tra i soggetti legittimati a prescrivere il farmaco solamente i medici. Pertanto, qualora si volesse sperimentare un percorso di estensione di questa facoltà, in casi ben definiti e sempre in accordo con il medico di riferimento, sarebbe indispensabile un cambiamento della norma.

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