“Infermieri”, un libro fotografico dedicato alla professione

Nell’ambito del Festival Internazionale della Robotica, in corso a Pisa, al termine del convegno “Il ruolo dell’infermiere nella gestione della tecnologia”, in programma presso gli Arsenali Repubblicani, è stato presentato il libro fotografico “Infermieri”, a cura di Franco Mosca (Fondazione Arpa), con gli scatti del documentarista Enzo Cei e i contributi di Sandro Spinsanti, Andrea Novelli, Mario Schiavon, Barbara Mangiacavalli.

Si tratta di un progetto nato dalle parole pronunciate da Papa Francesco il 3 marzo scorso, nell’udienza privata riservata alla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche. “Non dimenticatevi della ‘medicina delle carezze’: è tanto importante! Una carezza, un sorriso, è pieno di significato per il malato. È semplice il gesto, ma lo porta su, si sente accompagnato, sente vicina la guarigione, si sente persona, non un numero”, aveva detto allora il Pontefice.

“Non si deve mai perdere il desiderio di continuare a sviluppare le nostre competenze relazionali perché sia il paziente a regalarci un sorriso in quella che è una partnership di cura– scrive oggi nella prefazione la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli -. E la fotografia è un modo per comunicare. Non si fotografa per cercare conensi, ma per dare un messaggio. E il messaggio che si legge chiaro nelle immagini del libro è quello della professionalità, della capacità di prendersi cura, della forza con cui l’infermiere si cura delle persone e e rappresenta un valore insostituibile nella relazione di aiuto”.

Un volume prezioso, quello curato da Mosca, che si fregia anche di uno scritto ad opera di una personalità del mondo dello spettacolo come Andrea Bocelli, che, citando Florence Nightingale, scorge molti punti di contatto tra l’arte e la professione infermieristica. “L’assistenza infermieristica è un’arte; e se deve essere realizzata come arte, richiede una devozione totale e una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore; con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano, il tempio dello spirito di Dio. È una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti Belle”, questa la citazione da cui Bocelli parte per poi affermare che “si tratta senza dubbio di un libro d’arte che rende giustizia a quell’arte che è la professione dell’infermiere. Un lavoro socialmente indispensabile per noi tutti”.

Sfogliando le pagine, ecco anche la testimonianza di un fotografo d’eccezione, come Oliviero Toscani: “È un bellissimo esempio in cui la fotografia ha avuto la grande opportunità, grazie al talento di chi l'ha prodotta, di poter essere applicata a un progetto importante, dove si è potuta esprimere nel modo più giusto e profondo, quella di poter essere testimone di avvenimenti, situazioni, momenti che non bisogna dimenticare, quella di lasciare alla storia una testimonianza importante”.

L’opera vuole documentare, con la forza delle immagini, il lavoro quotidiano dell’infermiere nella sua autonomia professionale, colto dallo scatto fotografico attraverso volti, mani, gesti, sorrisi, pianti, con asciutta naturalezza e trasparenza attiva.
Il Pronto soccorso, la Psichiatria, la Neonatologia, la Sala operatoria, la Robotica, l’Assistenza domiciliare, la Prima accoglienza ai rifugiati: sono rappresentati con duecento scatti gli oltre trenta contesti che costituiscono gli scenari in cui operano ogni giorno 460.000 infermieri. Un libro che l’autore ha inteso dedicare ai tanti giovani che scegliendo questa professione, entrano in un mondo in cui gli infermieri hanno acquisito un patrimonio consolidato di nuovi ruoli, non solo nel rapporto con il paziente, ma anche nei percorsi sanitari in cui dimostrano capacità di collaborazione trasversali e cultura della multidisciplinarità.

Per informazioni sul libro: www.pacinieditore.it/infermieri/