COVID-19: quali e quanti infermieri nella Task Force della Protezione Civile

La Protezione civile ha tracciato per la FNOPI un consuntivo della Task Force di infermieri impegnata nella lotta a COVID-19 e fornisce l’elaborato con i dati relativi alle partenze dei professionisti e dalle loro destinazioni.

La partecipazione alla predetta Unità era su base volontaria e gli infermieri, che si sono resi disponibili, sono stati individuati, sulla base delle specifiche esperienze professionali ritenute necessarie, tra le seguenti categorie: a) Infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale; b) Infermieri dipendenti da strutture sanitarie anche non accreditate con il Servizio sanitario nazionale; c) Infermieri libero professionisti anche con rapporto di somministrazione di lavoro. A tal fine è stato pubblicato un bando on line il 26 marzo che si è chiuso il 28 marzo alle ore 20, che ha portato alla candidatura di 9.448 infermieri.

Gli incarichi degli infermieri volontari hanno una durata tra i 21 o 28 giorni secondo le richieste delle Regioni. Al termine dell’incarico gli infermieri sono sottoposti, presso la struttura di assegnazione, ad un nuovo tampone rino-faringeo per poter rientrare nella Regione di domicilio. I contingenti impiegati a supporto delle Regioni sono stati 9 per un totale di 779 infermieri ripartiti come nella tabella allegata, a fronte di circa 1000 convocazioni.

Le tre Regioni a cui è stato destinato il maggior numero di infermieri sono Lombardia (198); Emilia Romagna (131) e Liguria (104).

Per quanto riguarda le Regioni di provenienza il numero maggiore di professionisti proviene dal Lazio, seguita dal Veneto e dalla Puglia.

Il genere dei volontari è in prevalenza maschile e per quanto riguarda l’età il maggior numero è quello compreso tra i 27 e i 40 anni, seguito a stretto giro dalla fascia di età 41-50 anni, ma oltre il 21% sono della fascia di età 51-65 anni.