Ddl Lavoro: le proposte FNOPI per valorizzare la professione. Audizione alla Camera

“Apprezziamo il disegno di legge del governo in materia di lavoro. Il Paese sta vivendo un momento storico che vede a rischio la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale e il mutato quadro socio sanitario non consente agli infermieri di operare in modo appropriato per dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini”.

Lo ha detto la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli, durante l’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, nell’ambito dell’esame del Ddl recante disposizioni in materia di lavoro (AC. 1532-bis Governo).

“La Federazione intende contribuire al dibattito con alcune proposte volte a valorizzare la professione- ha spiegato Mangiacavalli – prima fra tutte l’inserimento dell’attività dell’infermiere tra i lavori “usuranti” poiché sempre più esposti alla sindrome da burnout e a situazioni di particolare sovraccarico. Inoltre riteniamo che la selezione del personale necessiti di criteri innovativi adatti a individuare soggetti capaci di rispondere alle specifiche esigenze, al di là del bagaglio conoscitivo ed esperienziale, così come auspichiamo modelli organizzativi volti a favorire la conciliazione tra vita privata e professionale a favore delle infermiere quali l’istituzione di servizi per l’infanzia, asili nido, all’interno delle aziende sanitarie”.

“Infine – ha concluso Mangiacavalli – occorre prevedere misure per lo sviluppo economico e di carriera della professione al fine di renderla maggiormente attrattiva per i giovani, con la massima equità e parità di accesso e progressione tra generi. Non è più rinviabile l’abbattimento delle differenze retributive all’interno dei differenti contratti di lavoro tra pubblico e privato, a parità di responsabilità, funzioni e competenze”.

Queste le richieste FNOPI illustrate dalla presidente della Federazione.

Oggi la professione infermieristica è riconosciuta solo tra i “lavori gravosi”  e non tra quelli “usuranti” previsti all’articolo 1 D.Lgs. n. 67/2011. Tuttavia, la qualità, la tipologia, le peculiarità del servizio infermieristico e il carattere stressante dell’attività svolta, pongono sicuramente gli infermieri tra i lavori “usuranti” (attività che richiedono un impegno fisico e mentale particolarmente elevato da giustificare un accesso anticipato al trattamento pensionistico rispetto alle altre categorie di lavoratori).

La, FNOPI propone, la modifica dell’art. 1, comma 1 e comma 2 del D. Lgs n. 67/2011 al fine di inserire l’attività dell’Infermiere tra i lavori usuranti, con i consequenziali benefici previdenziali e di legge.

Per quanto riguarda l’accesso alla professione, la FNOPI ritiene che la selezione del personale infermieristico necessiti di criteri innovativi/evoluti adatti a individuare i soggetti capaci di rispondere alle specifiche esigenze organizzative.

Approcci che dovranno considerare non solo il bagaglio conoscitivo ed esperienziale dei candidati ma anche il loro potenziale (inteso come abilità cognitive, personalità, ecc.). Coerentemente, i sistemi di valutazione dovrebbero adattarsi al contesto di complessità operativa in cui si muove quotidianamente il professionista sanitario, svincolandosi da logiche meramente prestazionali ma adottando un approccio che preveda obiettivi correlati alle aspettative di ruolo espresse dall’organizzazione.

Poi è necessaria una innovazione dei modelli organizzativi per favorire la conciliazione tra vita privata e professionale a favore delle infermiere quali l’istituzione di servizi per l’infanzia, asili nido, all’interno delle aziende sanitarie o in convenzionamento con privati a favore dei lavoratori dipendenti o lavoratori in regime di libera professione.

Un ulteriore passaggio indispensabile per far fronte, da un lato, all’aumento del peso della cronicità e, dall’altro, alla progressiva riduzione dell’organico di alcune specializzazioni mediche risulta essere il superamento dei tabù che in Italia sono ancora associati ai concetti di skill mix e task shifting. Si tratta infatti di valorizzare le professioni sanitarie agendo su un ripensamento delle competenze necessarie (skill mix) e su un cambio di ruoli in sostituzione (task shifting) o in affiancamento (task evolution) alle altre professioni sanitarie. Se questo avviene all’interno di un percorso di cura pianificato, adeguatamente monitorato e supportato dalle tecnologie digitali, i benefici si espliciteranno nel miglioramento della qualità della presa in carico.

Per riconoscere e valorizzare le competenze e le specifiche attività svolte dagli infermieri e infermiere pediatriche dipendenti dalle aziende del SSN, del privato e privato occorre infine prevedere misure per lo sviluppo economico e di carriera della professione per renderla maggiormente attrattiva per i giovani, con la massima equità e parità di accesso e progressione tra generi.

Di primaria importanza normativa e contrattuale non più rinviabile in questo senso è anche l’abbattimento delle differenze retributive all’interno dei differenti contratti di lavoro tra pubblico/privato a parità di responsabilità, funzioni, attività e competenze agite e certificate in ambito di formazione post base e accademica.