Quando a inizio anno siamo stati chiamati in Prefettura per chiedere
di indicare due dei nostri iscritti, in riconoscimento del ruolo di
tutta la professione nell’emergenza pandemica, abbiamo molto gradito questa iniziativa e pensato di scegliere- in rappresentanza di
tutti- due colleghi secondo quattro criteri, che abbiamo
condiviso nel nostro gruppo: non dovevano essere inseriti in nessun
organo dell’OPI spezzino; avrebbero dovuto essere un uomo e una donna; avremmo
indicato colleghi colpiti dalla infezione; e infine -per una più larga
rappresentatività- uno avrebbe dovuto essere in servizio per la Sanità
pubblica, e l’altro – o l’altra- nel Privato/libera professione.
I due nominativi che abbiamo scelto, ovviamente in completa
autonomia, sono due fra i tanti colleghi con le caratteristiche qui
riportate, e non significa che altri non lo avrebbero meritato: ma
avevamo una richiesta di due nominativi , e due nominativi abbiamo
espresso, appunto ‘’in rappresentanza di tutti’’.
In questi casi, capita spesso di leggere commenti che dichiarano come
siano necessari, per la professione, altri tipi di riconoscimento, a
partire da quelli contrattuali: noi siamo completamente d’accordo;
ma nella stessa occasione vengono premiati anche alcuni medici,
altrettanto protagonisti nei confronti della emergenza pandemica, e
siamo sicuri che -se non fossimo stati coinvolti anche noi Infermieri
nel riconoscimento istituzionale (che viene, lo ricordiamo, dal
Quirinale) – in molti si sarebbero lamentati, e giustamente.
Come più volte detto in questi lunghi mesi, alcune evidenze note
all’interno del nostro ambiente sono state ulteriormente rimarcate e
finalmente hanno raggiunto anche l’esterno: questi particolari
riconoscimenti, fino ad oggi piuttosto rari ed episodici, lo confermano.
Essi naturalmente non possono, e non devono, essere il solo riconoscimento atteso
e, come insistiamo da molto prima della insorgenza della pandemia, è
necessario che agli applausi, alle lodi ed alle medaglie si aggiungano (naturalmente da altri enti, da altri interlocutori e da altri preposti)
i riconoscimenti che la professione merita, non fosse altro per il
ruolo ricoperto in una crisi acutissima e che ha visto davvero decisiva
la presenza infermieristica nelle degenze intensive e semi intensive,
nelle degenze standard, nelle RSA e sul territorio, negli hub vaccinali,
nelle case, e in ogni altra situazione correlata.
Altre info: www.opilaspezia.it
Fonte: Social media manager