STATO DELLA CARENZA INFERMIERISTICA AL 2021

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CARENZA INFERMIERISTICA

 

COMMISSIONE UE – STATE OF HEALTH IN THE EU – ITALIA, PROFILO DELLA SANITÀ 2021

“Il numero totale di medici in Italia è leggermente superiore alla media UE e si attesta a 4,1 rispetto ai 3,9 per 1.000 abitanti del 2019. Tuttavia si osserva un calo del numero di medici che esercitano negli ospedali pubblici e in qualità di medici di base. Se gli attuali criteri di accesso alla formazione specialistica dovessero rimanere invariati, con l’aumentare dell’età media dei medici italiani negli anni a venire si prevede una carenza significativa di personale, soprattutto in alcune discipline di specializzazione e in medicina generale.

L’Italia impiega meno infermieri rispetto a quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale e il loro numero (6,2 per 1.000 abitanti) è inferiore del 25 % alla media UE (grafico 9). Vista la diminuzione del numero di infermieri laureati dal 2014, le carenze di personale in questo settore sono destinate ad aggravarsi in futuro”.
(pagina 11 del Rapporto sull’Italia della Commissione UE)

 

ALCUNI NUMERI

  • Infermieri deceduti SUL LAVORO durante la pandemia 90
  • Infermieri infettati da inizio pandemia circa 173mila
  • Infermieri attivi su 456mila iscritti circa 395.000 di cui circa 270.000 dipendenti del Ssn, 45.000 liberi professionisti puri e circa 80.000 dipendenti da strutture private e altri enti
  • Infermieri sospesi perché non vaccinati 6000 circa (2000 si sono vaccinati nel frattempo sennò erano 8000) e sono lo 0,9% degli infermieri.

CARENZE

Di infermieri: ne mancano circa 63mila secondo FNOPI e senza una soluzione alla carenza di organico chi rischia di più è l’assistenza, ma anche l’applicazione del PNRR che punta tutto sull’assistenza territoriale. In base alle dimensioni regionali, ne mancano quasi 27mila a Nord, circa 13mila al Centro e 23.500 al Sud e nelle Isole.

Eppure, quella dell’infermiere è la professione del futuro e lo è con maggiori responsabilità, specializzazioni e infungibilità della professione. Che sia la professione sanitaria del futuro è evidente: nel 2020 è stata l’unica laurea tra le sanitarie che ha visto aumentare le domande di quasi l’8% contro una diminuzione, più o meno evidente, delle altre e secondo i dati a un anno dalla laurea in tempi pre-Covid già l’80% era in servizio. Ma c’è carenza: il rapporto infermieri-abitanti in Italia è di 5,5-5,6 infermieri ogni mille abitanti, uno dei più bassi d’Europa secondo l’Ocse e il rapporto infermieri-medici, che dovrebbe essere secondo standard internazionali 1:3 è, sempre secondo l’Ocse, inferiore di 1:1,5.

Vari centri di ricerca hanno quantificato la carenza con numeri anche maggiori di FNOPI.

Il Censis ha quantificato la carenza rapportando per l’Italia la presenza di infermieri a quella dell’Emilia-Romagna, considerata Regione Benchmark, in 57.000 unità e ha considerato che se il confronto dovesse avvenire con altri partner europei, come ad esempio il Regno Unito – che fa tra l’altro continua richiesta di infermieri italiani – la carenza salirebbe a quasi 300.000 unità.

Secondo il Rapporto Crea Sanità (Università di Tor Vergata) pubblicato a gennaio 2022, basandosi sulle rilevazioni a livello europeo, “il surplus di medici si traduce in un’eccedenza di quasi 29.000 unità mentre il gap di infermieri in una carenza di oltre 237.000 unità di personale”.

Ripentendo le analisi con riferimento alla sola fascia over 75, che è in continua crescita per effetto della scarsa natalità e l’allungamento dell’aspettativa di vita, “il numero di medici ogni 1.000 abitanti over 75 risulta essere inferiore rispetto a quello della media dei Paesi europei considerati e, a maggior ragione, quello degli infermieri: allo stato attuale, mancherebbero all’appello più di 17.000 medici e 350.000 infermieri”.

In sostanza secondo il CREA, in entrambe le simulazioni si riscontra un importante deficit di infermieri che va da un minimo di 237.282 unità a un massimo di 350.074, a seconda delle fasce di popolazione in esame.

L’ultimo rapporto OASI 2021 dell’università Bocconi ha raggiunto calcolando le necessità nei vari contenitori previsti dal PNRR di oltre 101mila infermieri in più.

L’Agenas ha quantificato in occasione della predisposizione del “DM 71” una necessità di un infermiere di famiglia e comunità ogni 2-3.000 abitanti (quindi circa 20-30mila) e una carenza generale di circa 80mila unità per soddisfare le necessità legate anche all’applicazione del PNRR.

Secondo il concetto di staffing, il rapporto cioè tra infermieri e numero di pazienti assistiti che secondo i parametri medi nazionali e internazionali dovrebbe essere di un infermiere ogni 6 pazienti (ogni due nei servizi come pediatrie o terapie intensive e così via), mentre si assesta da anni a una media di 9,5 pazienti per infermiere con punte in alcune Regioni fino a 17-18 pazienti per infermiere.

Le carenze secondo OASI 2021 – Università Bocconi

 

MATERIALE OCSE

Il Rapporto Health at a Glance 2021 dell’OCSE, pubblicato l’8 novembre scorso, insiste come gli altri anni: “Il ruolo chiave che svolgono nel fornire assistenza negli ospedali, nelle strutture di assistenza a lungo termine e nella comunità gli infermieri, è di nuovo evidenziato durante la pandemia di COVID-19” ma per l’OCSE in molti paesi ce ne sono troppo pochi per far fronte alla domanda di salute delle persone.

L’Italia è di poco migliorata rispetto agli anni precedenti: ora ne ha 6,2 per mille abitanti (‘solo’ 0,3 in più), ma la media OCSE è di 8,8 e ci sono paesi che vanno molto oltre questo rapporto (ad esempio sono 18 ogni mille abitanti in Svizzera e Norvegia, circa 13 in Germania, più di 11 in Francia e così via nei maggiori partner OCSE).

Gli infermieri sono più numerosi dei medici nella maggior parte dell’OCSE. In media, ci sono poco meno di tre infermieri per ogni medico (secondo gli standard internazionali). Il rapporto di infermieri per medico varia da circa un infermiere per medico in Colombia, Cile, Costa Rica, Messico e Turchia (ma l’Italia è a 1,5) a più di quattro in Giappone, Finlandia, Stati Uniti e Svizzera.

Nella maggior parte dei paesi, la crescita numerica di infermieri è stata trainata dal crescente numero di laureati in infermieristica. Le nazioni che ne hanno di più, li hanno reclutati e formati con una serie di misure per attirare più studenti nella formazione universitaria e trattenere più infermieri nella professione, migliorando le loro condizioni di lavoro, economiche, di posizione e carriera.

Infermieri per 1 000 abitanti, 2000 e 2019

 

Rapporto infermieri/medici, 2019

Laureati in infermieristica, 2019

Fonte: Statistiche sanitarie dell’OCSE 2021

 

Retribuzione degli infermieri ospedalieri, USD PPP, 2019

Fonte: Statistiche sanitarie dell’OCSE 2021

 

Fonte: Health at a Glance 2021: OECD Indicators. https://www.oecd.org/health/health-at-a-glance.htm 

 

 

 

 

 

 

 

SITUAZIONE RSA

Le carenze già note aumentano con i contagi che allontanano una parte di operatori dalle corsie e soprattutto dal territorio: i contagi riducono di un ulteriore 20% la fora lavoro presente nelle strutture.
Chi fa le spese maggiori di questa situazione è il territorio e in questo, oltre l’assistenza domiciliare, le strutture per i più fragili come le RSA. Da una rilevazione dell’ISS su queste strutture, è emerso che nel prepandemia c’erano in media 2,5 medici, 8,5 infermieri e 31,7 OSS (operatori sociosanitari, che sono coordinati dagli infermieri) per struttura. Questo significa che nelle circa 3.400 RSA censite dall’ISS (convenzionate nell’80% dei casi) operano in media circa 29.700 infermieri, spesso però non strutturati e frequentemente anche volontari come lo sono stati i numerosi liberi professionisti intervenuti di loro iniziativa nelle RSA nei momenti peggiori della pandemia, dato questo che conferma la necessità di potenziare gli organici del territorio.
Con la “chiamata” del Ssn per gli ospedali queste strutture si sono svuotate anche perché nelle RSA il modello organizzativo è obsoleto, poco professionalizzante, in un ambito in cui l’infermiere potrebbe esprimersi al 100%, ma che viene relegato ad attività tecnico – esecutive; c’è mancanza di governance infermieristica delle strutture, che potrebbe incidere positivamente su quanto sopra; c’è mancanza di sviluppo di carriera, di specializzazione in area geriatrica; l’approccio assistenziale all’ambito geriatrico è troppo centrato sulla presa in carico tardiva dell’ospite e mancanza assoluta di visione prospettica, che permette un approccio precoce e preventivo in ottica di invecchiamento attivo. Lo stipendio, spesso contrattualmente non paragonabile con l’ambito ospedaliero.

 

 

 

ALTRE CONSEGUENZE DELLA CARENZA

La crescita della pressione e la carenza di operatori si ripercuote anche su chi fa di tutto per non lasciare solo nessuno: secondo una ricerca condotta dall’Università di Verona e pubblicata da poco su riviste scientifiche internazionali gli infermieri sono la categoria più a rischio con un aumento di ansia, depressione e burnout per quelli impegnati sul fronte Covid. Il 56% di questi professionisti infermieri soffre di ansia e il 41% di burnout e depressione. Tutto questo non aiuta la salute di chi lavora né quella di chi è assistito, creando di fatto un’ulteriore, nuova carenza di ‘qualità’ professionale e impegno assistenziale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA SITUAZIONE DEL PRECARIATO

La stabilizzazione annunciata dei precari chiamati a far fronte all’emergenza Covid, il cui contratto era legato al periodo dell’emergenza, non basterebbe comunque a far fronte alla carenza perché si tratta di forza lavoro già presente nel Ssn e, come accennato nel capitolo RSA, spesso sottratto ad altre strutture e altre occupazioni.
Per quanto riguarda i medici si deve considerare che la stabilizzazione, ovviamente, non riguarda gli specializzandi e i pensionati richiamati in servizio, che fanno comunque parte del numero complessivo di unità coinvolte nell’emergenza.

I precari Covid nel Servizio sanitario nazionale
Regioni Corte dei conti (Coordinamento finanza pubblica 2021)
Medici reclutati per emergenza Covid Infermieri reclutati per emergenza Covid Altro personale * reclutato per emergenza Covid
Numero di cui a tempo indeterminato di cui con contratti flessibili Numero di cui a tempo indeterminato di cui con contratti flessibili Numero di cui a tempo indeterminato di cui con contratti flessibili
PIEMONTE         1.102                       64          1.038           1.988                      463             1.525          3.009                       97                   2.912
VALLE D`AOSTA               57                         4               53                68                          6                   62               88                         6                        82
LOMBARDIA         4.595                     101          4.494           4.346                      635             3.711          3.739                     280                   3.459
PA BOLZANO             385                       22             363              630                        40                590             830                       22                      808
PA TRENTO             235                        –             235              145                         –                145             328                        –                      328
VENETO               85                       15               70              113                        37                   76             139                       21                      118
FRIULI V. G.         1.928                       55          1.873           1.897                   1.062                835          1.200                     747                      453
LIGURIA             614                       28             586              405                      110                295             356                       13                      343
EMILIA R.         2.295                       83          2.212           5.007                   2.161             2.846          3.358                 1.338                   2.020
TOSCANA         1.478                     318          1.160           3.019                   2.287                732          2.971                 1.917                   1.054
UMBRIA             252                         7             245              406                        17                389             318                         1                      317
MARCHE             457                         5             452              601                         –                601             353                        –                      353
LAZIO         1.646                       69          1.577           2.730                   1.244             1.486          1.761                       35                   1.726
ABRUZZO             232                        –             232              914                         –                914             793                         1                      792
MOLISE               20                        –               20              143                         –                143             116                        –                      116
CAMPANIA         1.812                     332          1.480           3.349                      371             2.978          2.079                     326                   1.753
PUGLIA         1.126                     223             903           2.737                      301             2.436          3.775                 2.159                   1.616
BASILICATA               57                         2               55              207                         –                207             136                        –                      136
CALABRIA             325                       17             308              735                        18                717             414                       79                      335
SICILIA         1.996                         5          1.991           1.998                          5             1.993          3.717                         2                   3.715
SARDEGNA             717                        –             717              552                         –                552             296                        –                      296
ITALIA       21.414                 1.350       20.064        31.990                   8.757           23.233        29.776                 7.044                 22.732
* Fanno parte di questa categoria per quanto riguarda il Conto annuale le professioni sanitarie tecniche, riabilitative e di vigilanza e ispezione (sono 19 professioni sanitarie che fanno capo a un’unica Federazione prese singolarmente numericamente inferiori agli infermieri) e per quanto riguarda la Corte dei conti le stesse professioni più gli Oss, non distinguibili dalla altre professioni del ruolo tecnico nel conteggio dei lavori flessibili.

 

 

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