Quello degli infermieri è un lavoro usurante e non “gravoso” come è stato finora catalogato togliendo alla categoria una serie di facilitazioni organizzative e previdenziali. Non ha dubbi la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), che in audizione alla Commissione Lavoro del Senato ha spiegato e articolato le ragioni di questa affermazione.
“Oggi, nelle disposizioni sui lavori usuranti – ha spiegato durante l’audizione Carmelo Gagliano, componente del Comitato centrale FNOPI e presidente dell’ordine di Genova – gli infermieri rientrano solo in via residuale tra la generalità dei lavoratori notturni e quelli che ne beneficiano in concreto sono pochi: l’attività usurante viene riconosciuta solo nei casi in cui i dipendenti prestino servizio per almeno 6 ore del periodo notturno e per un minimo di 78 notti ogni anno. Sono poi considerati come usuranti anche quei lavori in cui l’impiego nella fascia 24:00-05:00 è di sole 3 ore, ma per un periodo di lavoro pari all’intero anno lavorativo”.
“Non si può utilizzare il mero parametro nel numero di turni di notte effettuati nell’arco dell’anno – conclude Gagliano – come prevede ora la legge: prestare servizio per dieci ore di notte in condizioni massima allerta, in un servizio di rianimazione o ad un tavolo operatorio, dove ogni istante l’allarme di un respiratore automatico può richiedere un immediato intervento salvavita, non è come essere adibiti ad una catena di montaggio.
Gli infermieri sono responsabili di vite umane e questo, come ormai tutti dovrebbero sapere, non è davvero un compito solo ‘gravoso’”.