SKILL MIX TRA PROFESSIONI SANITARIE: INVESTIRE SULLE COMPETENZE AVANZATE DEGLI INFERMIERI

0

Non c’è dubbio che la gravità di non avere sufficienti medici specialisti, mirati nelle specializzazioni che di più servono oggi con la mutata epidemiologia della salute sia un serio problema di gestione delle cure. E non c’è dubbio che una eventuale carenza dei medici di medicina generale porti a un ulteriore deterioramento delle cure sul territorio che già oggi non brilla per il livello di assistenza fornito dal servizio pubblico.
Non c’è dubbio nemmeno che il problema non sia solo in un senso, quello dei medici. La loro categoria professionale è infungibile, cosa che chiediamo anche per alcuni aspetti della professione infermieristica, quelli più specialistici e dove necessariamente non è vero che tutti possono fare tutto, e non si può far fronte alla carenza utilizzando fonti alternative esterne al Servizio sanitario (lavoro interinale, cooperative ecc.), ma questa abitudine deve cessare anche rispetto a chi dell’assistenza deve farsene carico h24: gli infermieri.
Per questo siamo d’accordo con le Regioni che si adottino soluzioni legislative in grado di non rendere la spesa per il personale motivo di ulteriore blocco del turn over e siamo d’accordo con loro quando affermano la necessità di rivedere l’inserimento delle nuove esigenze assistenziali anche con riferimento alla ricerca e in questo senso anche la formazione continua, l’aggiornamento e la valutazione continua delle competenze che per noi rappresenta un tassello essenziale.
Anche sulla rivalutazione della potenzialità formativa, in termini numerici, dei corsi di laurea, delle scuole di specializzazione, della formazione post laurea siamo d’accordo  lo abbiamo fatto presente e chiesto ormai da più anni, senza avere ancora riscontro dei nostri dati e delle nostre proposte. Ma non c’è dubbio nemmeno che sia necessaria una visione più ampia del futuro dell’assistenza.

Ma non siamo d’accordo con la proposta di nuovi modelli contrattuali per i medici che non accedono alle scuole di specializzazione. Sarebbe una sorta di abbassamento delle competenze mediche. La gestione dei pazienti post acuti e molti altri ambiti assistenziali hanno già la soluzione: gli infermieri e l’infermieristica. Il sistema deve andare verso lo sviluppo delle competenze e mettere i professionisti in condizioni di saturarle ed esprimere tutte le loro potenzialità. Infermieri specializzati con competenze avanzate che lavorano insieme a medici specializzati dediti al loro specifico disciplinare. Non servono nuove figure o nuove funzioni, ma investire sui professionisti che già sono in grado di ricoprirle se messi in condizioni di farlo.
La crescita professionale degli infermieri permette di allargare il loro perimetro di azione alleggerendo il lavoro medico e consentendo ai medici stessi di focalizzarsi sulle aree di cura in cui fanno realmente la differenza (i medici sono una risorsa più scarsa e costosa e vanno impiegati dopo avere “saturato” le potenzialità infermieristiche).
Dobbiamo riuscire ad aumentare rapidamente il rapporto infermieri/medici per accompagnare l’evoluzione dei bisogni e migliorare appropriatezza e sostenibilità del sistema, soprattutto nelle regioni in cui demografia ed epidemiologia rendono il gap tra bisogni e offerta più ampio”.
Per realizzare l’obiettivo è necessario:
a)    – definire target espliciti di rapporto infermieri/medici da raggiungere entro periodi determinati;

b) – accompagnare i cambiamenti con azioni (sperimentazioni, formazione, trasferimento di esperienze…) che aiutino l’evoluzione del sistema verso una minore densità medica (vedi distribuzione dei compiti tra medici e infermieri in UK).

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi