Home L’OPI DI ROVIGO A DIFESA DEL PERSONALE E DEL REPARTO DI PSICHIATRIA: “GLI INFERMIERI, TUTTO IL PERSONALE SANITARIO E I PAZIENTI DEVONO ESSERE SALVAGUARDATI. NON CI SONO CITTADINI O INFERMIERI DI SERIE B”

L’OPI DI ROVIGO A DIFESA DEL PERSONALE E DEL REPARTO DI PSICHIATRIA: “GLI INFERMIERI, TUTTO IL PERSONALE SANITARIO E I PAZIENTI DEVONO ESSERE SALVAGUARDATI. NON CI SONO CITTADINI O INFERMIERI DI SERIE B”

OPI: Rovigo

ROVIGO – Quello che non doveva succedere
alla fine è successo. Per il territorio polesano, infatti, la giornata di
mercoledì non è stata indolore. Prima la notizia del contagio avvenuto
nell’Ospedale San Luca di Trecenta con sette pazienti interessati, due
infermieri e due medici delle Unità di Riabilitazione e Lungodegenza, poi la
successiva notizia da Rovigo della positività di un paziente ricoverato nel
Reparto di Urologia. Notizie, queste, che hanno scosso sia la cittadinanza che
tutti i professionisti in prima linea in questa guerra epidemiologica.

A manifestare le proprie preoccupazioni
anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia di Rovigo.

“Abbiamo appreso alcune notizie – spiegano i responsabili del Direttivo
prima da alcuni colleghi, successivamente dalle fonti ufficiali dell’Azienda e
dagli organi di stampa. La preoccupazione è molto alta sia per il personale
risultato positivo e per i pazienti contagiati, ai quali va tutta la nostra
solidarietà, che per tutti gli operatori sanitari che cercano, seppure con le
carenze più volte da noi rimarcate dei DPI, di operare quotidianamente con professionalità
e con il massimo impegno”.

“Spiace constatare – precisa in una nota l’OPI – come nelle
dichiarazioni ufficiali dell’Azienda Ulss 5 Polesana vi siano state delle
incongruenze. Per prima cosa non si capisce come il piano straordinario di
rimodulazione dell’Ospedale di Trecenta, che di fatto convertirà l’intera
struttura in Ospedale COVID, preveda al suo interno il Servizio Psichiatrico di
Diagnosi e Cura. E’ bene ricordare che, diversamente da quanto dichiarato
dall’Azienda, tale Reparto si colloca al 4° piano dell’Ospedale a pochi passi,
e con gli stessi accessi condivisi, da dove mercoledì si sono verificati
episodi di contagio, ovvero Riabilitazione e Lungodegenza. Il Reparto di Psichiatria
non è “fisicamente diviso e separato” dal resto dell’Ospedale come è stato
affermato dall’Azienda. E’ un Reparto al cui interno vi sono alcuni pazienti
che possono uscire, recarsi al bar, passeggiare ai piani e recarsi all’esterno.
Ed è bene ricordare che anche i pazienti psichiatrici hanno amici e familiari
che per raggiungerli devono compiere gli stessi percorsi degli altri utenti. Ribadiamo,
dunque, che non è una struttura a parte quindi il rischio di contagio sussiste.
Le schede ospedaliere prevedono che tale Unità venga destinata a Rovigo con l’accorpamento
del Reparto psichiatrico di Adria. Un trasferimento, questo, previsto da mesi,
non ancora realizzato, e che mai come ora diviene urgente perché non esistono
pazienti di serie B, né infermieri e operatori socio sanitari di serie B”.

“In un momento come questo di
straordinarietà – conclude l’OPI di
Rovigo
– siamo dell’avviso che un Ospedale interamente dedicato
all’emergenza COVID non debba prevedere il reparto di degenza psichiatrica. Ne
va della sicurezza del personale, dei pazienti e dei familiari. Ne va della
sicurezza di tutti. Come Ordine da mesi offriamo il nostro contributo all’Azienda
ma sinora c’è stato un silenzio assordante”.

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

DOCUMENTI UTILI

COLLEGAMENTI ESTERNI

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi