INFERMIERI E INTRAMOENIA: IL DISEGNO DI LEGGE SULLE PROFESSIONI SANITARIE

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La libera professione, in analogia con le altre professioni sanitarie che esercitano la propria attività alle dipendenze del Ssn, è spesso richiesta anche agli infermieri dipendenti che però non possono esercitare forme di intramoenia così come accade per la professione medica.
Recentemente Pierpaolo Sileri, allora presidente della XII Commissione Igiene e Sanità di palazzo Madama e oggi viceministro alla Salute ha presentato un Ddl su questa materia, il Disegno di Legge sull’intramoenia delle professioni sanitarie che come ha definito il primo firmatario non è una scorciatoia per sopperire alle carenze dei professionisti, né nessuno può pensare che sia un surrogate delle prestazioni libero-professionali, ma un atto di giustizia ed equità tra professioni.
Ci sono però alcuni presupposti da inserire nel Ddl. Il primo è che l’attività libero-professionale intramuraria deve configurarsi come vera opportunità per il cittadino di esercitare il diritto alla libera scelta e non come strumento per sopperire alle carenze di organici e di assistenza che devono essere sempre assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale.
Così come per quanto scritto nella legge che riguarda la dirigenza del Ssn, l’intramoenia non deve andare a detrimento dell’attività istituzionale. Questo concretamente vuol dire considerarla un’opportunità attivabile laddove le Regioni e le Aziende Sanitarie siano in grado di garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e gli organici necessari ad erogarli. Per questo c’è bisogno di meccanismi di monitoraggio e verifica con il coinvolgimento anche delle Organizzazioni di cittadini e pazienti. Va garantita trasparenza, legalità, massima attenzione ad eventuali conflitti d’interesse e il rispetto delle norme deontologiche del nuovo Codice: l’Ordine sarà presidio fondamentale a garanzia dei diritti dei cittadini.
Le risorse che il Ssn incasserà grazie all’esercizio dell’attività intramuraria degli infermieri – perché quota parte spetta alle aziende di cui il professionista fa parte – dovranno essere finalizzate al rafforzamento dell’offerta pubblica, quindi il canale istituzionale, attraverso investimenti in politiche assunzionali.
La FNOPI ha già pronti emendamenti al testo per giungere ad un testo che sia il più “giusto” possibile per i diritti dei cittadini, per il Ssn e per i professioni che vi lavorano.

Un provvedimento di legge si è reso necessario dopo che la Corte Costituzionale (sentenza 54/2015) ha bocciato una legge della Liguria (n.6/2014) che, proprio per esigenze di assistenza, aveva previsto la possibilità di intramoenia infermieristica, perché la normativa che disciplina l’attività libero-professionale intramuraria ha sempre riguardato specificamente il personale medico, il personale della dirigenza del ruolo sanitario, costituito da farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi e i veterinari del servizio pubblico che possono svolgere attività libero-professionale fuori dei servizi e delle strutture dell’unità sanitaria locale. In questo senso, la Consulta sottolinea che “nulla, invece, è previsto per il personale sanitario non medico, a eccezione di quanto stabilito dall’art. 30, comma 4, del R.D. 30 settembre 1938 n. 1631 (Norme generali per l’ordinamento dei servizi sanitari e del personale sanitario degli ospedali), il quale dispone che ‘Tanto alla ostetrica capo che alle ostetriche è inibito l’esercizio professionale’”. Secondo la Corte, inoltre “non può condividersi l’assunto della difesa regionale secondo la quale il personale non medico sarebbe già abilitato all’esercizio della libera professione in équipe e a supporto del professionista in forza dell’art. 1, comma 4, lettera c), della legge n. 120 del 2007. Tale disposizione, infatti, si limita semplicemente a prevedere che gli importi da corrispondere a carico dell’assistito per la prestazione libero-professionale intramoenia devono remunerare anche i compensi dell’équipe e del personale di supporto”. In questo senso quindi, ancora una volta per venire incontro alle esigenze dei cittadini e non andare contro quanto stabilito dalla Consulta, consentendo di regolamentare un istituto richiesto, ma del tutto scoperto, è necessaria una modifica normativa che preveda secondo regole, protocolli ed eventuali sanzioni per gli inadempienti, la possibilità di esercitare anche per gli infermieri dipendenti la libera professione intramoenia.

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