FNOPI su apertura Regioni a dialogo con le professioni: “Non chiediamo di meglio”

 “Non chiediamo di meglio che un tavolo per un dialogo continuo con le Regioni basato sullo scambio di opinioni come ha annunciato il presidente Bonaccini che ringraziamo per le sue parole. E per quanto riguarda il regionalismo differenziato il tavolo sarà un utile momento di confronto anche per una valutazione dell’impatto con dati reali delle proposte di autonomia presentate al Governo per misurare l’effetto di queste riforme sulla finanza pubblica, sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali, sulla mobilità interregionale, sul ruolo di garante dei livelli essenziali di assistenza del livello centrale, sui diritti dei pazienti e sull’equità dell’assistenza”.

 
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, il maggior ordine italiano con oltre 450mila iscritti, apre al dialogo che il presidente delle Regioni Stefano Bonaccini ha dichiarato di voler aprire con tutte le professioni in analogia con quello già in atto con medici e infermieri.
 
 E in vista dell’incontro dei rappresentanti di tutte le professioni sanitarie – circa 1,5 milioni di professionisti – che si terrà il 23 febbraio a Roma sottolinea, confermando il pensiero di Bonaccini, che per il servizio sanitario nazionale è essenziale la garanzia del rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità che sono alla base del nostro Ssn e che ne confermano il carattere nazionale, garantendo la sostenibilità economica dei livelli essenziali di assistenza attraverso un coerente finanziamento del fondo sanitario nazionale.
 
“Sono giuste le parole del presidente delle Regioni. Nessuna preclusione politica: la salute dei cittadini – continua Mangiacavalli – non si fa con scelte di parte o di questo o quel colore, la possibilità di autonomia regionale è prevista dalla Costituzione, ma con lo scopo di avvicinare lo Stato e le Regioni stesse ai cittadini. Sicuramente l’apertura al massimo colloquio e coinvolgimento delle nostre professioni per trovare soluzioni condivise che consentano di scegliere le migliori strade per un’assistenza che sia ovunque davvero di qualità è un carta vincente rispetto alla tutela dei bisogni dei cittadini. Ciò che è importante è che non si divida, che non si separino tra loro zone del paese, ma che si garantisca la piena assistenza, uguaglianza e tutela della salute, soprattutto ai più fragili”.
 
“Il mutato quadro epidemiologico – spiega – non può penalizzare ulteriormente chi vive in questa o quella Regione, ma deve presupporre maggiori garanzie e soprattutto la possibilità di un’assistenza a 360 gradi, dall’ospedale al territorio. Quindi – conclude – una nuova epidemiologia richiede nuovi modelli di assistenza e, per questi, per quanto ci riguarda, c’è già il nuovo infermiere che deve essere specializzato e presente h24 vicino al domicilio dei pazienti, disponibile ovunque e in tutte le Regioni senza carenze e in modo omogeneo. Il protocollo d’intesa che da poco abbiamo sottoscritto con i governatori va proprio in questo senso, come anche la proposta di Bonaccini di un unico tavolo per coniugare la richiesta di autonomia differenziata con un servizio sanitario nazionale, unico, universale e solidale”.