Violenza sugli operatori della sanità: il decalogo di proposte operative targato FNOPI

Ferma restando la necessità che si approvi al più presto il disegno di legge contro la violenza sugli operatori in discussione da un anno in Parlamento, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (oltre 450mila iscritti di cui 270mila alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale e un numero di aggressioni ai suoi professionisti di circa 10mila/anno) ha messo a punto un decalogo di proposte operative per aumentare la sicurezza dei suoi professionisti, da proporre al nuovo governo e al ministro della Salute, Roberto Speranza.

1. Tolleranza zero verso la violenza nelle strutture sanitarie, con inasprimento delle pene perché chi la compie sappia (quindi massima informazione) di stare perpetrando un reato severamente punibile

2. Regolamentare l’uso dei social nei luoghi di lavoro e rispetto all’attività professionale per evitare commenti, furti di identità e proposte inappropriate (ne sono vittima circa il 12% dei professionisti coinvolti che nel caso degli infermieri sono per il 77% donne)

3. Snellire le attese stressanti in pronto soccorso con meccanismi di smistamento alternativi (es. see&treat) per ridurre la tensione e la reattività dei pazienti

4. Stabilire pene più severe per chi aggredisca verbalmente e fisicamente un professionista sanitario donna sul luogo di lavoro, prevedendo l’aggravante del pericolo che nell’azione possono correre gli assistiti

5. Aumentare la formazione del personale nel riconoscere, identificare e controllare i comportamenti ostili e aggressivi prevedendo anche appositi corsi Ecm (come il corso CARE, presentato assieme alla Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri)

6. Aumentare l’informazione perché siano denunciate da tutti e in modo chiaro le azioni di ricatto e le persecuzioni nell’ambiente di lavoro rispetto alla posizione e ai compiti svolti

7. Predisporre un team addestrato a gestire situazioni critiche e in continuo contatto con le forze dell’ordine soprattutto (ma non solo) nelle ore notturne nelle accettazioni e in emergenza

8. Sensibilizzare i datori di lavoro a non “lasciar fare”, ma a rifiutare la violenza anche prevedendo sanzioni

9. Stabilire procedure per rendere sicura l’assistenza domiciliare prevedendo anche la presenza di un accompagnatore o la comunicazione a un secondo operatore dei movimenti per una facile localizzazione

10. Evitare per quanto possibile che i professionisti sanitari effettuino interventi domiciliari da soli, ma fare in modo che con loro sia presente almeno un collega o un operatore della sicurezza.