La vita, il diritto alla salute e all’accesso alle cure va garantito a tutti, a prescindere da età, provenienza, ceto, religione. Una tutela che viene dall’articolo 32 della Costituzione.
Lo ha spiegato anche il premier Conte e ribadito presentando il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che estende le misure di contenimento a tutta Italia.
Tutela della salute e della vita: core degli infermieri
E la tutela della salute di tutti i pazienti è il core dell’agire professionale dell’infermiere, spiega la Federazione nazionale degli ordini degli infermieri che rappresenta i 450mila professionisti presenti in Italia.
Le ipotesi di selezione in base alle possibilità di sopravvivenza per l’accesso alle terapie intensive, secondo FNOPI, sono indicazioni caratteristiche della Medicina delle emergenze e delle catastrofi e hanno in quella un loro razionale, ma è imprudente e poco opportuno associarle a questo preciso momento: ciascun paziente è uguale innanzi al diritto alla Salute e all’accesso alle cure , esiste un’etica della cura e una deontologia che non deve ancora permettersi di piegare la testa ad altre logiche.
Il decreto legge in occasione del COVID-19 difende la salute di tutti
A dimostrarlo anche le previsioni contenute nel decreto-legge n. 14/2020, quello per potenziare il Ssn. Che prevede l’acquisizione di apparecchiature per le terapie intensive oltre che di personale per assistere tutti.
La Fnopi è chiara: bene il Dpcm e bene il decreto (di cui verificheremo come Federazione gli effetti sui professionisti), ma male anche solo l’ipotesi (non del Governo ovviamente) che i pazienti possano non essere tutti uguali, non avere tutti gli stessi diritti.
Come affermato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità “ogni vita conta”.
Il Codice deontologico è il riferimento
Il Codice deontologico degli infermieri – spiega la Federazione – prescrive che i professionisti si facciano garanti che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono e agiscano in modo consapevole, autonomo e responsabile, sostenuti da valori e saperi scientifici. Si pongano come agente attivo nel contesto sociale a cui appartengono ed esercitano, promuovendo la cultura del prendersi cura e della sicurezza e orientando il loro agire al bene della persona, della famiglia e della collettività.
La ragione economica non può e non deve prevalere sulla difesa della vita umana, afferma la FNOPI, e lo ha dimostrato anche il Governo che nei vari provvedimenti a previsto un contratto che consentirà di avviare una linea produttiva tutta italiana di apparecchiature per la terapia intensiva e sub intensiva: il Servizio sanitario nazionale italiano – è bene ripeterlo – non lascia nessuno indietro.
Fnopi: “Le Istituzioni verifichino la risposta del Ssn”
“Ci appelliamo alle Istituzioni nazionali, regionali e locali – dice la FNOPI – affinché verifichino costantemente la capacità di risposta del Servizio sanitario nazionale rispetto alla domanda di salute e accesso alle cure di ciascuna regione e intervengano con azioni concrete e tempestive in caso di squilibrio tra queste dimensioni (domanda e offerta di cure)”.
La FNOPI segnalerà le criticità
La FNOPI segnalerà al Ministro della Salute e alle Regioni ogni situazione di criticità di accesso alle cure (necessarie e appropriate) che si verificheranno nei diversi territori e di cui verrà a conoscenza attraverso le segnalazioni dei cittadini e degli infermieri impegnati sul campo ogni giorno.
Ed è necessario – conclude – in questo momento che i cittadini aiutino il SSN e gli operatori della sanità a vincere la sfida COVID-19 con comportamenti responsabili indicati dalle Istituzioni.