Telepediatria, rapporto ISS: infermiere case manager della teleprogrammazione

Dalla televisita alla teleriabilitazione passando per il telemonitoraggio dei parametri clinici e per il coaching a distanza (ossia il tutoraggio per mezzo di videochiamate o app specifiche). Questo e molto altro può offrire la telemedicina che, complici le strategie per il contenimento dell’infezione da SARS-CoV-2, ha conosciuto in tempi recenti un enorme sviluppo e promette sorprendenti implementazioni.

Proprio alla telemedicina in un ambito particolare, quale quello pediatrico, è dedicato il Rapporto Covid Indicazioni ad interim per servizi sanitari di telemedicina in pediatria durante e oltre la pandemia Covid 19, il primo in Italia, curato dal gruppo di lavoro coordinato da Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’ISS.

Scopo del Rapporto è:

  • individuare gli aspetti critici delle applicazioni di sistemi di telemedicina nell’età pediatrica;
  • definire uno standard per l’approccio all’uso della telemedicina nelle sue varie declinazioni in campo pediatrico, con riferimento alla gestione dell’emergenza COVID-19 in Italia, tarato sui diversi scenari clinici e sulle diverse misure di contenimento dell’epidemia messe in atto a livello regionale e nazionale;
  • indicare quei presupposti di carattere generale per l’implementazione di servizi di telemedicina in ambito pediatrico anche al di fuori dell’emergenza sanitaria da COVID-19.

Il cambiamento dell’organizzazione delle prestazioni sanitarie imposto per minimizzare la probabilità di contatto tra le persone non può essere applicato ovviamente a tutte le specialità e le strutture sanitarie. Il Rapporto fornisce ad esempio indicazioni su quali prestazioni possono essere generalmente effettuate in regime di telemedicina:

  • visita per patologie acute non urgenti;
  • visita di follow-up in pazienti stabili;
  • monitoraggio di pazienti cronici attraverso dispositivi;
  • screening attraverso la somministrazione di questionari;
  • counselling;
  • coaching su temi di salute specifici;
  • riabilitazione per alcune condizioni;
  • teleconsulto tra professionisti sanitari.

Nel rapporto il ruolo dell’infermiere è indicato soprattutto nella Teleprogrammazione: si tratta di un’attività prettamente organizzativa, che necessita di una figura professionale specifica di supporto al medico (case manager), spiega il rapporto, un compito che può essere svolto da infermieri, purché adeguatamente formati, afferma ancora.

Inoltre, molto spesso anche il semplice contatto telefonico, solo vocale, è utilizzato in modo appropriato ed efficace per facilitare la raccolta di informazioni relative allo stato di salute di un paziente. Dialogando al telefono con il paziente è possibile somministrare questionari, oppure eseguire procedure di triage infermieristico/organizzativo per indirizzare il paziente nel percorso assistenziale idoneo.

Con il contatto telefonico si possono anche fornire brevi consigli sanitari che non richiedono l’esame del paziente. Queste attività sono più facilmente realizzabili verso specifici gruppi di persone accomunate dalle stesse condizioni patologiche o di necessità, oppure in situazioni in cui le procedure mediche sono altamente standardizzate e ripetitive.

Alle famiglie sono chiesti requisiti minimi (quali essere in possesso di un pc o di uno smartphone, avere accesso alla rete etc.) e, a tutela del minore, la garanzia della privacy e della sicurezza nelle diverse interazioni medico-famiglia-paziente.

A QUESTO LINK IL RAPPORTO COMPLETO